L’enshittification delle mete turistiche

turismo

Il Macquarie Dictionary ha eletto “enshittification” come parola dell’anno 2024.
Coniato dal giornalista Cory Doctorow, il termine descrive quello che il dizionario definisce come il “graduale deterioramento di un servizio o di un prodotto causato dalla ricerca del profitto, spesso a scapito della qualità, e tipico delle piattaforme online“.

Il ciclo della vita: nasce, cresce, si immerdifica

Anche se il termine nasce nel contesto delle piattaforme digitali, credo che in un certo senso quello dell””immerdificazione sia un ciclo che riguarda da sempre prodotti, servizi e persino le destinazioni turistiche.
Si parte con la conquista delle quote di mercato, si passa per l’espansione dell’offerta e l’ottimizzazione dei ricavi (spesso abbassando la qualità), e si arriva inevitabilmente all’immerdificazione: il punto in cui il prodotto o il servizio viene spremuto fino all’osso, lasciando utenti e consumatori con un’esperienza mediocre.

Il problema è che con i social e le piattaforme, questo processo è estremamente rapido. Ma cosa succede quando è una città, un territorio a immerdificarsi?

L’immerdificazione delle città turistiche: un problema più grave

Il turismo segue dinamiche simili a quelle delle piattaforme: si parte intercettando i flussi turistici, si creano posti letto e luoghi dove mangiare, si cerca di massimizzare i profitti e si finisce per rendere l’esperienza mediacre.

Come Amazon ha attirato clienti offrendo prezzi bassi e spedizioni rapide, molte destinazioni iniziano con esperienze autentiche e prezzi competitivi per attirare i visitatori.

Il ruolo delle piattaforme di intermediazione

Piattaforme come Airbnb e Booking.com hanno giocato un ruolo significativo in questo processo. Airbnb, una volta considera una piattaforma che offriva alternative economiche agli hotel tradizionali, oggi propone appartamenti con tariffe spesso superiori a quelle degli alberghi o introduce soluzioni ricettive mediocri e mal gestite.
Questo è causato anche dall’incremento delle commissioni: Airbnb ora addebita a ospiti e host un mark-up che può superare il 45% sul totale delle transazioni. Booking.com, dal canto suo, esercita una pressione simile sugli operatori turistici, imponendo commissioni elevate che vengono poi trasferite sui prezzi finali pagati dai viaggiatori.

Il ruolo dei social media nel turismo di massa

I social media, come TikTok e Instagram hanno amplificato ulteriormente il problema, promuovendo luoghi ed esperienze attraverso contenuti virali che generano flussi turistici anomali e invasivi, spesso distruggendo l’esperienza originale. Il fenomeno, ben rappresentato dal trend “Instagram vs Reality”, porta all’esasperazione una destinazione a scapito della sua sostenibilità.

Le conseguenze dell’immerdificazione

Proprio come le piattaforme online mettono in difficoltà sia gli inserzionisti che gli utenti, il mercato turistico tende a spremere i turisti con costi crescenti e i residenti con un peggioramento della qualità della vita.
La differenza è che quando una piattaforma fallisce, i clienti possono passare a un’altra. Quando una città si immerdifica, il danno è molto più profondo e duraturo. La qualità della vita dei residenti si deteriora, l’autenticità dell’esperienza per i visitatori viene persa e il valore culturale e sociale del luogo viene sacrificato.

Questo ciclo ricorda quello delle piattaforme online, che, una volta raggiunta una massa critica di utenti, iniziano a introdurre contenuti sponsorizzati o di bassa qualità, penalizzando chi non paga per la visibilità. Allo stesso modo, molte destinazioni turistiche iniziano offrendo un’esperienza autentica, ma poi sacrificano tutto per massimizzare i profitti, trasformando città e culture in attrazioni artificiali.

L’Impatto del turismo sul mercato immobiliare

Se da un lato la diffusione del turismo diffuso ha portato dei vantaggi, contribuendo alla riqualificazione del patrimonio immobiliare in quartieri storici spesso in stato di abbandono, l’impatto sul mercato immobiliare è evidente: molti proprietari preferiscono affittare a breve termine tramite Airbnb o Booking.com, riducendo l’offerta di case in affitto per i residenti e facendo salire i prezzi degli immobili. Questo processo ha reso molte città meno accessibili per chi vi abita, svuotandole progressivamente e trasformandole in parchi a tema votati al turismo di massa.

La situazione è particolarmente difficile se guardiamo l’attuale precarietà del mercato del lavoro e i giovani che non riescono ad accedere al credito per acquistare una casa o a trasmettere sufficiente sicurezza per prenderla in affitto. Questo fenomeno contribuisce all’invecchiamento della popolazione residente, creando territori sempre più polarizzati tra turisti di passaggio e una comunità locale in declino. In questo contesto, l’assenza di politiche mirate e il mancato investimento in infrastrutture e servizi per i residenti aggravano ulteriormente il divario, rendendo il turismo non la causa ma il sintomo di problemi strutturali più profondi della nostra società.

Ripensare il turismo per contrastare l’immerdificazione

Il problema è complesso, ma una via d’uscita esiste. È necessario ripensare il turismo attraverso un approccio che superi la mera logica della ricettività e dell’offerta di servizi turistici standardizzati. Occorre investire in settori complementari e strutturali, come l’artigianato locale, l’agricoltura sostenibile e le industrie creative, che possano fornire valore aggiunto e contribuire a una crescita equilibrata e diversificata.

Non si tratta solo di attrarre turisti, ma di costruire un modello che metta al centro la qualità della vita dei residenti, incentivando il recupero delle risorse locali e un’economia circolare capace di sostenere lo sviluppo del territorio. Solo così è possibile preservare l’autenticità delle destinazioni e rispondere alle sfide poste dall’immerdificazione, trasformando il turismo da sintomo di disagio a strumento di riscatto e valorizzazione.

L’immerdificazione non è inevitabile: richiede visione, responsabilità e un approccio che metta al centro persone, cultura e autenticità. Esattamente come gli utenti delle piattaforme desiderano contenuti reali e significativi, anche i turisti vogliono esperienze autentiche e sostenibili.

Le piattaforme possono morire, le città no. Tocca a noi scegliere se trattarle come risorse da sfruttare o come patrimoni da custodire. Evitare l’immerdificazione è una sfida che richiede di ripensare i modelli turistici mettendo al primo posto le persone.

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