Nuove frontiere del web Marketing turistico
Nel marketing digitale, l’ottimizzazione per i motori di ricerca è stata per anni uno dei cardini fondamentali delle strategie di visibilità online. Con l’arrivo anche nel marketing turistico dell’Ai il contesto è radicalmente cambiato. Le ricerche online non si limitano più a restituire una lista di link: sempre più spesso, gli utenti ricevono una risposta sintetica e articolata, generata da intelligenze artificiali. Questo passaggio segna l’ingresso in una nuova fase, che richiede competenze diverse e un cambio di prospettiva. È qui che entra in gioco la GEO — Generative Engine Optimization.
La Generative Engine Optimization non è una semplice evoluzione della SEO tradizionale, ma un vero e proprio cambio di paradigma. Mentre l’ottimizzazione per i motori di ricerca si concentrava sull’indicizzazione delle pagine, sul posizionamento nelle SERP e sulla presenza di parole chiave, la GEO si concentra su un obiettivo più ambizioso: entrare nei contenuti generati direttamente dai modelli linguistici. Non si tratta più solo di apparire nei risultati, ma di diventare parte delle risposte.
Questo cambiamento non è astratto, e non è futuro: è già presente. Le AI conversazionali — come Meta AI, integrata in Messenger, Instagram e WhatsApp, ma anche ChatGPT, Google Ai overview e Bing Chat — sono diventate strumenti di uso quotidiano. Ogni giorno, milioni di utenti pongono domande direttamente a queste piattaforme, ricevendo risposte dettagliate e argomentate. Se una struttura ricettiva, una destinazione o un servizio turistico non è presente in quelle risposte, rischia di essere ignorato dal pubblico, anche se tecnicamente è ben posizionato nei motori classici.
Per chi si occupa di marketing turistico, questo cambiamento è particolarmente rilevante. Il turismo è un settore in cui le scelte sono sempre più guidate dalla percezione e dalla narrazione, prima ancora che da dati oggettivi o classifiche. Le persone non cercano più solo “dove dormire a Vieste”, ma “un villaggio per famiglie in Puglia con spiaggia privata e animazione”. In risposta, le AI restituiscono non solo elenchi, ma racconti sintetici in cui vengono citati nomi, luoghi, caratteristiche specifiche.
Essere citati in questi contesti non è casuale. È il risultato di una strategia precisa, costruita su linguaggio naturale, reputazione digitale, coerenza semantica, citazioni e segnali di autorevolezza.
Un caso concreto: come ho posizionato alcuni villaggi turistici tra le risposte di Meta AI
Nel corso del 2024 e del 2025 ho lavorato con diverse strutture ricettive, con l’obiettivo di migliorarne la visibilità non solo nei risultati organici di Google, ma anche nelle risposte generate da AI integrate nei principali strumenti di comunicazione.
I casi più interessanti hanno riguardato il settore dei “villaggi turistici a Vieste”, che a livello di volume di ricerca e d’affari è sicuramente tra i più importanti di tutta la Puglia.
La sfida è chiara: ottenere visibilità all’interno delle risposte AI che vengono fornite direttamente nelle chat di Instagram e Messenger, strumenti oggi utilizzati anche per ottenere suggerimenti personalizzati.
La domanda a cui volevamo rispondere era tipica: “migliori villaggi a Vieste”. L’obiettivo è essere menzionati per nome all’interno della risposta AI. Il risultato è arrivato. In maniera spontanea, senza sponsorizzazioni e senza richieste dirette, Meta AI ha suggerito il nome dei clienti all’interno di una risposta conversazionale.
Questo è stato possibile grazie a una serie di interventi integrati, coerenti con i principi della GEO:
Produzione di contenuti conversazionali con tono autentico, incentrati su esperienze e bisogni reali delle famiglie in vacanza. Ottimizzazione dei profili presenti nelle directory locali e nazionali, con informazioni chiare, uniformi e semanticamente rilevanti. Rafforzamento della reputazione online attraverso la presenza in articoli editoriali e citazioni in contesti affidabili. Cura della scheda Google My Business, integrazione con fonti autorevoli e coerenza tra canali proprietari e menzioni esterne. Inserimento strategico di elementi che rafforzano il profilo E-E-A-T (esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità).
Il risultato finale dimostra che l’intelligenza artificiale non sceglie a caso, ma si basa su segnali distribuiti e coerenze tematiche. Quando una struttura è ben posizionata semanticamente, viene naturalmente integrata nelle risposte, senza forzature.
SEO e GEO a confronto: due approcci complementari
La SEO tradizionale e la GEO non si escludono a vicenda, ma rispondono a logiche diverse. Nella SEO il posizionamento è legato alla struttura del sito, alla presenza di parole chiave rilevanti e alla qualità dei collegamenti esterni. I risultati sono misurabili attraverso metriche classiche come il traffico organico, il tasso di clic, la durata della sessione, la frequenza di rimbalzo.
La GEO, invece, agisce su un piano più complesso, in cui il contenuto non è solo analizzato, ma compreso e riformulato. L’obiettivo non è necessariamente portare traffico verso un sito, ma rendere quel contenuto riconoscibile e citabile nei contesti in cui viene generata una risposta. Questo richiede un’attenzione maggiore alla coerenza semantica tra canali, alla qualità della scrittura e alla reputazione delle fonti che parlano della struttura o della destinazione.
Per chi lavora nel turismo, integrare GEO e SEO significa affiancare alla classica ottimizzazione per Google un lavoro di presidio dell’identità digitale in ambienti dove non conta più la posizione, ma la presenza. È un cambio culturale che riguarda non solo la tecnica, ma la visione con cui si costruisce la comunicazione online.
Come misurare la presenza nei motori generativi
A differenza della SEO, per cui esistono strumenti consolidati e metriche condivise, la GEO è ancora in fase di definizione. Tuttavia, è già possibile monitorare la presenza nei motori generativi attraverso approcci qualitativi e tecniche sperimentali.
Una prima modalità consiste nell’interrogare direttamente i modelli generativi, simulando domande realistiche da parte di utenti. Osservare le risposte e registrare la presenza o l’assenza di citazioni può fornire indicazioni importanti sulla rilevanza semantica di una struttura o di una destinazione.
Alcuni strumenti più avanzati, come AI Search Grader, permettono di valutare il livello di esposizione di un brand all’interno delle risposte generate dalle AI. In assenza di dati quantitativi precisi, questi strumenti forniscono indicazioni utili sulla frequenza di menzione, sulla pertinenza e sulla qualità della citazione.
Nel tempo, sarà probabile l’emergere di nuove metriche specifiche, più vicine a quelle utilizzate nelle strategie di digital PR o nel monitoraggio della brand reputation. La capacità di essere riconosciuti da un’intelligenza artificiale come risposta autorevole a una determinata domanda dipenderà sempre più dalla qualità della propria presenza online, intesa in senso esteso.
Verso un nuovo paradigma per la promozione turistica
L’integrazione dei modelli generativi nel comportamento quotidiano degli utenti è destinata ad aumentare. Le ricerche vocali, le chat automatizzate, i suggerimenti conversazionali saranno strumenti sempre più utilizzati per pianificare viaggi, scegliere dove dormire, cosa visitare, dove mangiare. In questo scenario, farsi trovare non sarà sufficiente. Sarà necessario diventare parte della risposta.
Per chi lavora nel marketing turistico, questo significa spostare l’attenzione dalla produzione di contenuti orientati al posizionamento, verso una costruzione consapevole dell’identità digitale, capace di dialogare con le logiche dei modelli generativi. La GEO non sostituisce la SEO, ma la affianca, portando con sé nuove opportunità e nuove responsabilità.
Una strategia digitale che non considera questo cambiamento rischia di restare ancorata a logiche superate. Al contrario, chi comprende oggi il funzionamento dei modelli generativi può posizionarsi in anticipo in uno spazio ancora aperto, dove la competizione è bassa ma la visibilità potenziale è molto alta.